Il 21 febbraio 2023 alla nuova casa del popolo di Ponticelli è avvenuto un incontro con una delegazione francese dei Soulèvements de la Terre, per farci raccontare della lotta contro la privatizzazione dell’acqua e delle resistenze territoriali contro la distruzione organizzata
Sulla gestione della pandemia: etica, scienza, economia, governo, anarchia. Discussione con Toni Senta e Stefano Boni a partire dalle riflessioni condivise all’interno dei collettivi Gruppo Pandemico e Tutta un’altra storia
Gli occhi scuri sono quelli più diffusi in tutto il mondo e la musica, specialmente quella in spagnolo, è piena di canzoni dedicate a quegli occhi neri che ci fanno disperare, sospirare, rattristare o infuocare.
Con Matteo, un ragazzo arrestato con l'accusa di Devastazione e Saccheggio per gli scontri avvenuti a Cremona durante la manifestazione chiamata in solidarietà dopo che un gruppo di fascisti di Casapound aggrediscono mandando in coma Emilio un compagno del centro sociale Dordoni, e Peppino, della campagna scateniamoli che si occupa di seguire con attenzione i processi per il reato di Devastazione e Saccheggio, facciamo il punto della situazione su Cremona, il 15 Ottobre romano e il 1 Maggio a Milano.
Parliamo insieme ad un amico di Matteo, arrestato giovedì 11 giugno 2015 per i fatti di Cremona ed ora detenuto al carcere della Dozza. Chi è Matteo e quali sono i fatti di cui è imputato? Matteo viene accusato di devastazione e saccheggio, sappiamo che è una legge del passato.. Sabato c'è stato l'interrogatorio di Matteo hai qualche novità che viene da quel giorno? State organizzando presidi o benefit a favore di Matteo?
Cronologia dei fatti di cremona, dal 18 gennaio, giorno in cui avviene l'aggressione da parte di Casapound al Csa Dordoni dove lasciano in coma Emilio prima di fuggire come conigli a gambe levate, al 24 gennaio giorno del corteo dove la rabbia si è diffusa per la città, fino ai giorni della repressione degli ultimi giorni
Intervista a Ciabi, un compagno basco, che ci ragguaglia sull'operazione Pignatta, operazione repressiva che ha visto l'arresto di 35 compagni e compagne sul suolo spagnolo. Cosa è successo in Spagna con l'operazione Pignatta e che relazione ha con la precedente operazione? Dal tuo punto di vista che strategia e che obiettivi si propone la repressione con queste operazioni? Di che cosa ha paura il potere costituito in Spagna? Perchè adesso queste leggi? Come si stanno organizzando i compagni, per dare una risposta a questa ondata repressiva e alla situazione generale? Quanti compagni ci sono in questo momento in carcere e dove si trovano? Qual è il trattamento riservato ai nostri compagni al momento dell'ingresso in prigione? E' previsto un trattamento speciale?
Faremo parlare leggendo direttamente le lettere di chi è rinchiuso concentrandoci sulle lotte e sulle proteste avvenute in alcuni carceri italiani questa estate. Oltre a leggere alcune riflessioni e consigli di cuore e di intelligenza viva su come lottare da dentro il carcere contro la propria stessa gabbia e sulla solidarietà da fuori
LEGGE: Il 25 di novembre è entrata in vigore una legge europea che riduce la permanenza nei CIE da 18 mesi a 90 giorni, tempo che si riduce a 30 giorni se si è già passato 90 giorni in carcere - GRECIA: Approvato l'emendamento che prevede l'utilizzo del braccialetto per i detenuti che possono usufruire del permesso di studio, Nikos Romanòs vedendo riconosciuto il suo diritto interrompe lo sciopero della fame e della sete - IRAN: Persone di nazionalità curda vengono ripetutamente arrestate con la falsa accusa di possesso di stupefacenti. I detenuti protestano contro i maltrattamenti disumani all'interno delle carceri - ISRAELE: Registriamo che i diritti dei prigionieri politici Palestinesi continuano ad essere costantemente violati. Ad essi, infatti, vengono isolati, segregati e negato il permesso di vedere i propri famigliari, trasferimenti arbitrari. I detenuti perciò hanno incominciato uno sciopero della fame - MODENA, Formigine: 2 manifestanti anarchici, durante un presidio di Forza Nuova, sono stati arrestati e dopo diverse ore sono stati sottoposti ad obblighi restrittivi
Nikos Romanòs è un compagno greco in sciopero della fame da 1 mese per affermare il diritto allo studio, previsto dalla legge per i detenuti. Tale diritto gli viene però negato in quanto anarchico. Breve storia degli avvenimenti che hanno portato Nikos in cella e alla rivendicazione del proprio diritto. Diverse azioni e manifestazioni di solidarietà si sono snodate in diverse parti del mondo. In particolare a Bologna ne è avvenuta una davanti al consolato greco in via indipendenza chiamata dal collettivo exarchia, ne parliamo con un organizzatore
Appuntamenti: Presentazione della trasmissione a Modena e Cesena - Assemblea nazionale anti-carceraria a Bologna. Invito ai detenuti della Dozza di Bologna a scrivere più lettere alla trasmissione, anche nella propria lingua di appartenenza nella quale proveremo anche noi a rispondere
GIUSTIZIA: La cassazione ribadisce a seguito del decreto 92 del 26 giugno 2014 che non può essere applicata o mantenuta la misura della custodia cautelare in carcere se la pena da infliggere è inferiore ai 3 anni - O.P.G: sembra che allo scadere del 31 marzo 2015 nessuna regione sarà pronta a chiudere gli ospedali psichiatrici giudiziari. Si prevedono proroghe ma spunta nella discussione l'idea della riconversione. Il governo dice che provvederà, come per il decreto precedente, ad emanare delle norme atte a disincentivare il ricorso all'internamento, rendere più celeri le procedure amministrative negli enti locali e che si cercherà di lavorare per contrastare il pregiudizio nei confronti degli internati ma non ancora non si sono visti progetti - MORTI DI STATO: La settimana scorsa tutt'Italia s'è indignata per il caso Cucchi, ci preme però ricordare a costoro che questo caso è la norma e che sono tanti i casi simili che attendono giustizia: Giuseppe Uva, il cui processo appena incominciato rischia la prescrizione, Marcello Lonzi, Mauro Fedele, Manuel Eliantonio, Gianluca Frani un paraplegico che dagli atti si sarebbe impiccato e Francesco Mastrogiovanni sottoposto a TSO e ucciso sul letto di contenzione - BOLOGNA: sconto di pena di 81 giorni con liberazione anticipata per un detenuto per le condizioni disumane e degradanti del contesto in cui si era trovato a vivere la detenzione - ARGENTINA, Cruz De Leche: Dal 21 ottobre 45 prigionieri della sezione 1 hanno incominciato uno sciopero della fame per denunciare le inumane condizioni di sopravvivenza su cui la direzione del carcere non ha intenzione di intervenire, in particolare le istanze maggiormente sostenute sono l'avvicinamento ai propri luoghi di origine, le associazioni dei parenti dei detenuti denunciano anche l'oltraggio sistematico da parte delle guardie che costringono al divieto arbitrario di far entrare gli alimenti portati al detenuto e il denudamento integrale con ispezione oculare degli orifizi. Infine le modalità di sanzione a cui vengono sottoposti i prigionieri che consistono nel essere legati alla sedia o al letto 23 ore al giorno.
E' venuta alla luce l'operazione di spionaggio denominata protocollo Farfalla condotta dal SISDE e dal DAP che mirava a tenere sotto controllo detenuti e avvocati penalisti che denunciavano pubblicamente le condizioni di detenzione - Lo stato si assolve, Stefano Cucchi non è stato ucciso dalle botte della polizia - MODENA,Sant'anna: Tubercolosi tra i detenuti, ma i media recepiscono solo le proteste per dei topi morti nelle stanze dei secondini. La garante dei detenuti Desi Bruno ha raccolto numerosi proteste tra le quali la prolungata vacanza del magistrato di sorveglianza che mancando impedisce i percorsi trattamentali esterni. Scattano proteste dentro al carcere supportate da un presidio di solidali fuori - FRANCIA,Testet: Nella notte tra sabato 25 e domenica 26 ottobre 2014 nei pressi del cantiere della diga di Sivens, Rémi Fraisse, studente 21enne di Tolosa, è stato ucciso durante gli scontri con la polizia pare da una granata stordente lanciata ad altezza uomo - MESSICO: Dopo 1 anno di carcere torna finalmente in libertà Mario Gonzales Garcia
Recensione di Ricci Limoni e caffettiere: Piccoli stratagemmi di una vita ristretta scritto da alcune recluse nel carcere di Rebibbia e distribuito regolarmente in libreria.
Continua il paragrafo sulla repressione e ritorna sul movimento NOTAV per parlare insieme a 3 compagni del processone che vede una 50ina di imputati per i fatti del 27 giugno e 3 luglio: (1) Cosa è successo nei mesi successivi? A quando i primi arresti? Quando parte il processo? Quanti siete? Chi si costituisce parte civile? Quali sono i reati contestati? Quale aria si respira in aula? In che aula vi anno messo? (2) Tra gli imputati non vi conoscete, come siete organizzati? (3) Quali possono essere le implicazione del primo processone verso il movimento stesso?
Pillole di salute: Il digiuno, parte prima.Può capitare che il detenuto debba usare il proprio corpo come strumento di lotta, ma lo sciopero della fame se condotto rispettando alcuni criteri può avere anche un valore terapeutico di depurazione ecco quindi alcuni suggerimenti per renderlo più efficace in tutti i suoi aspetti e meno pericoloso a se stessi.
Sunto sulla mobilitazione anti-carceraria nazionale - CIVITAVECCHIA: Muore il 4 aprile Fabio Giannotta, aveva 37, anni era gravemente sotto peso e in cura con psicofarmaci - Palermo, Pagliarelli: Muore l'8 aprile in attesa di giudizio Vito Bonanno - FOGGIA: Tenta il suicidio nel reparto appena aperto per protetti omosessuali - PISA: Il 13 aprile un detenuto muore a 55 anni nel reparto diagnostico terapeutico - LEGGE: Il parlamento europeo condanna nuovamente l'Italia per il sovraffollamento, la mancanza di ristrutturazione, i pochi spazi di socializzazione, il carcere preventivo, i servizi igienici sanitari e di ristorazione, i numerosi bambini in carcere, l'assistenza sanitaria, il sospetto della presenza di stanze della tortura - SPOLETO: Mario Trudo con 35 anni di detenzione chiede chiede dopo 10 anni di essere trasferito in un carcere sardo per essere vicino ai famigliari, il ministero gli vorrebbe addebitare il viaggio suo, della scorta e tutte le spese attinenti - PARMA: Solo 20 posti nella sezione diagnostica utilizzata da tutta la regione, la garante dei detenuti Desi Bruno l'estrema difficoltà per i detenuti di effettuare visite - DAP: Una circolare vieta ai direttori dei carceri di non fornire più dati ed informazioni alla associazione Antigone per evitare brutte figure alle amministrazioni carcerarie - EX CARCERIERI: Salvatore Iodice ex direttore del carcere di Massa viene condannato a 6 anni di reclusione ed interdizione dai pubblici uffici per appalti pilotati nel penitenziario in cambio di lavori nei propri appartamenti, 2 anni per l'ex geometra del provveditorato alle opere pubbliche Stefano Tendola e 18 mesi per l'ex contabile del carcere Salvatore Cantone - ROMA: Aperta inchiesta per omicidio colposo per la morte di Ben Hamdani Feti precipitato dal terzo piano del commissariato dove si trovava per delle procedure di fermo - S.VITTORE: 8 mesi do pena per omicidio colposo ma con pena sospesa per la psicologa Roberta De Simone e mezzo milione di risarcimento ai genitori di Luca Campanale dove moriva a 28 anni nell'estate del 2009 - VERONA: Approvato il progetto di costruzione di una nuova struttura di 40 posti che dovrebbe rinchiudere persone attualmente nel OPG di Castiglione delle Stiviere e Reggio Emilia - MODICA, Piano del Gesù: Il ministero della giustizia ne sancisce la chiusura probabilmente i rinchiusi saranno trasferiti nel carcere fatiscente di Ragusa - SICILIA: Chiuderanno i carceri di Mistretta e Nicosia - OPG: Dovrebbe chiudere entro il 31 marzo 2015 quello di Monte Lupo Fiorentino - CIE: BARI: I detenuti incendiano un materasso puniti in 30 - MILANO: Aprirà in estate il CIE di Via Corelli con 140 posti. Il prefetto Francesco Paolo Tronca ha firmato l'appalto per la gestione di cortile e celle con la Gespa che ha già 2 contenziosi per la gestione di quello di Gradisca di Isonzo e del CARA romano di Castel Nuovo di Porto, i prigionieri alla associazione Acuarinto di Agrigento. Ovviamente sono stati vinti al massimo ribasso. USA: In sciopero della fame i migranti rinchiusi nei CIE americani che rinchiudono 34mila persone. Sono gestiti da aziende private. A Takoma l'80% dei rinchiusi non ha un avvocato - IRAQ: Militari italiani avrebbero commesso torture durante l'operazione antica babilonia a Nassyria - TEXAS: Giustiziato Ramiro Hernández Llanas per il quale la corte dell'AIA aveva ordinato la revisione dei Dossier per la mancata osservazione della convenzione di Vienna - GRECIA: Ilia Kareli è stato pestato a morte nel carcere di Nigrita dalle guardie penitenziarie che sono state immortalate dalle telecamere di sorveglianza - A Kordallos, dove recentemente c'è stato un suicidio, i detenuti sono in sciopero della fame contro le condizioni di custodia - CILE. Iquique: Il primo aprile 315 prigionieri dopo una forte scossa di terremoto riescono a riconquistarsi la libertà
introduzione alla discussione della serata, ovvero l'incontro internazionale anarchico che si terrà a saint imier dall'8 al 12 agosto 2012 - circoloberneri.indivia.net/
Intervista a cura della Coordinadora (http://coordinadora.noblogs.org) a Paolo, un compagno che vive nello stato messicano del Chiapas da molti anni, si è laureato in medicina a Tuxla Gutierrez (capitale amministrativa del Chiapas) e lavora in uno sperduto avamposto medico nella Selva Lacandona con le basi d'appoggio zapatiste (di etnie indigene Maya) che vivono nel Municipio Autonomo San Manuel in piccoli insediamenti rurali sparsi nella foresta. Medico italiano da molti anni in Chiapas, Paolo risponde a domande sulla situazione attuale e sugli sviluppi futuri con particolare riferimento al sistema sanitario autonomo zapatista. Per qualsiasi ulteriore informazione e per supportare concretamente il progetto clinica zapatista della Coordinadora scrivere a coordinadora@inventati.org. La Coordinadora è un luogo d’incontro libertario di individualità e di gruppi autonomi con un radicamento territoriale locale che presentano le proprie esperienze di autogestione e di solidarietà in Italia e all’estero. Molti dei partecipanti hanno appoggiato e appoggiano la lotta per la costruzione dell’autonomia zapatista in Chiapas (Messico) promuovendo, finanziando e realizzando progetti in loco insieme alle comunità indigene in resistenza. Riteniamo che lo zapatismo non possa essere automaticamente riproposto nelle nostre realtà, ma costituisca piuttosto uno stimolo a riprenderci il futuro e gestirlo con le nostre stesse mani. L’esperienza zapatista in Chiapas deve essere intesa come affermazione di un principio, come stimolo, e non come esempio da imitare pedissequamente. In questo contesto, Coordinadora vuole diventare uno strumento per la condivisione dei metodi di lavoro e delle esperienze caratterizzanti i diversi partecipanti, sia in Chiapas che nella propria realtà locale. Coordinadora può essere un esempio di coordinamento pratico delle azioni, sul nostro territorio e in Chiapas, di soggetti che mantengono una completa autonomia e libertà d’azione. Coordinadora è aperta a tutti coloro che condividono la lotta per la libertà, l’affermazione dei principi base dello zapatismo, l’autogestione nonché l’indipendenza dalle strutture di potere politico ed economico.
Intervista a cura della Coordinadora (http://coordinadora.noblogs.org) a Paolo, un compagno che vive nello stato messicano del Chiapas da molti anni, si è laureato in medicina a Tuxla Gutierrez (capitale amministrativa del Chiapas) e lavora in uno sperduto avamposto medico nella Selva Lacandona con le basi d'appoggio zapatiste (di etnie indigene Maya) che vivono nel Municipio Autonomo San Manuel in piccoli insediamenti rurali sparsi nella foresta. Medico italiano da molti anni in Chiapas, Paolo risponde a domande sulla situazione attuale e sugli sviluppi futuri con particolare riferimento al sistema sanitario autonomo zapatista. Per qualsiasi ulteriore informazione e per supportare concretamente il progetto clinica zapatista della Coordinadora scrivere a coordinadora@inventati.org. La Coordinadora è un luogo d’incontro libertario di individualità e di gruppi autonomi con un radicamento territoriale locale che presentano le proprie esperienze di autogestione e di solidarietà in Italia e all’estero. Molti dei partecipanti hanno appoggiato e appoggiano la lotta per la costruzione dell’autonomia zapatista in Chiapas (Messico) promuovendo, finanziando e realizzando progetti in loco insieme alle comunità indigene in resistenza. Riteniamo che lo zapatismo non possa essere automaticamente riproposto nelle nostre realtà, ma costituisca piuttosto uno stimolo a riprenderci il futuro e gestirlo con le nostre stesse mani. L’esperienza zapatista in Chiapas deve essere intesa come affermazione di un principio, come stimolo, e non come esempio da imitare pedissequamente. In questo contesto, Coordinadora vuole diventare uno strumento per la condivisione dei metodi di lavoro e delle esperienze caratterizzanti i diversi partecipanti, sia in Chiapas che nella propria realtà locale. Coordinadora può essere un esempio di coordinamento pratico delle azioni, sul nostro territorio e in Chiapas, di soggetti che mantengono una completa autonomia e libertà d’azione. Coordinadora è aperta a tutti coloro che condividono la lotta per la libertà, l’affermazione dei principi base dello zapatismo, l’autogestione nonché l’indipendenza dalle strutture di potere politico ed economico.
Intervista a cura della Coordinadora (http://coordinadora.noblogs.org) a Paolo, un compagno che vive nello stato messicano del Chiapas da molti anni, si è laureato in medicina a Tuxla Gutierrez (capitale amministrativa del Chiapas) e lavora in uno sperduto avamposto medico nella Selva Lacandona con le basi d'appoggio zapatiste (di etnie indigene Maya) che vivono nel Municipio Autonomo San Manuel in piccoli insediamenti rurali sparsi nella foresta. Medico italiano da molti anni in Chiapas, Paolo risponde a domande sulla situazione attuale e sugli sviluppi futuri con particolare riferimento al sistema sanitario autonomo zapatista. Per qualsiasi ulteriore informazione e per supportare concretamente il progetto clinica zapatista della Coordinadora scrivere a coordinadora@inventati.org. La Coordinadora è un luogo d’incontro libertario di individualità e di gruppi autonomi con un radicamento territoriale locale che presentano le proprie esperienze di autogestione e di solidarietà in Italia e all’estero. Molti dei partecipanti hanno appoggiato e appoggiano la lotta per la costruzione dell’autonomia zapatista in Chiapas (Messico) promuovendo, finanziando e realizzando progetti in loco insieme alle comunità indigene in resistenza. Riteniamo che lo zapatismo non possa essere automaticamente riproposto nelle nostre realtà, ma costituisca piuttosto uno stimolo a riprenderci il futuro e gestirlo con le nostre stesse mani. L’esperienza zapatista in Chiapas deve essere intesa come affermazione di un principio, come stimolo, e non come esempio da imitare pedissequamente. In questo contesto, Coordinadora vuole diventare uno strumento per la condivisione dei metodi di lavoro e delle esperienze caratterizzanti i diversi partecipanti, sia in Chiapas che nella propria realtà locale. Coordinadora può essere un esempio di coordinamento pratico delle azioni, sul nostro territorio e in Chiapas, di soggetti che mantengono una completa autonomia e libertà d’azione. Coordinadora è aperta a tutti coloro che condividono la lotta per la libertà, l’affermazione dei principi base dello zapatismo, l’autogestione nonché l’indipendenza dalle strutture di potere politico ed economico.
Intervista a cura della Coordinadora (http://coordinadora.noblogs.org) a Paolo, un compagno che vive nello stato messicano del Chiapas da molti anni, si è laureato in medicina a Tuxla Gutierrez (capitale amministrativa del Chiapas) e lavora in uno sperduto avamposto medico nella Selva Lacandona con le basi d'appoggio zapatiste (di etnie indigene Maya) che vivono nel Municipio Autonomo San Manuel in piccoli insediamenti rurali sparsi nella foresta. Medico italiano da molti anni in Chiapas, Paolo risponde a domande sulla situazione attuale e sugli sviluppi futuri con particolare riferimento al sistema sanitario autonomo zapatista. Per qualsiasi ulteriore informazione e per supportare concretamente il progetto clinica zapatista della Coordinadora scrivere a coordinadora@inventati.org. La Coordinadora è un luogo d’incontro libertario di individualità e di gruppi autonomi con un radicamento territoriale locale che presentano le proprie esperienze di autogestione e di solidarietà in Italia e all’estero. Molti dei partecipanti hanno appoggiato e appoggiano la lotta per la costruzione dell’autonomia zapatista in Chiapas (Messico) promuovendo, finanziando e realizzando progetti in loco insieme alle comunità indigene in resistenza. Riteniamo che lo zapatismo non possa essere automaticamente riproposto nelle nostre realtà, ma costituisca piuttosto uno stimolo a riprenderci il futuro e gestirlo con le nostre stesse mani. L’esperienza zapatista in Chiapas deve essere intesa come affermazione di un principio, come stimolo, e non come esempio da imitare pedissequamente. In questo contesto, Coordinadora vuole diventare uno strumento per la condivisione dei metodi di lavoro e delle esperienze caratterizzanti i diversi partecipanti, sia in Chiapas che nella propria realtà locale. Coordinadora può essere un esempio di coordinamento pratico delle azioni, sul nostro territorio e in Chiapas, di soggetti che mantengono una completa autonomia e libertà d’azione. Coordinadora è aperta a tutti coloro che condividono la lotta per la libertà, l’affermazione dei principi base dello zapatismo, l’autogestione nonché l’indipendenza dalle strutture di potere politico ed economico.
Intervista a cura della Coordinadora (http://coordinadora.noblogs.org) a Paolo, un compagno che vive nello stato messicano del Chiapas da molti anni, si è laureato in medicina a Tuxla Gutierrez (capitale amministrativa del Chiapas) e lavora in uno sperduto avamposto medico nella Selva Lacandona con le basi d'appoggio zapatiste (di etnie indigene Maya) che vivono nel Municipio Autonomo San Manuel in piccoli insediamenti rurali sparsi nella foresta. Medico italiano da molti anni in Chiapas, Paolo risponde a domande sulla situazione attuale e sugli sviluppi futuri con particolare riferimento al sistema sanitario autonomo zapatista. Per qualsiasi ulteriore informazione e per supportare concretamente il progetto clinica zapatista della Coordinadora scrivere a coordinadora@inventati.org. La Coordinadora è un luogo d’incontro libertario di individualità e di gruppi autonomi con un radicamento territoriale locale che presentano le proprie esperienze di autogestione e di solidarietà in Italia e all’estero. Molti dei partecipanti hanno appoggiato e appoggiano la lotta per la costruzione dell’autonomia zapatista in Chiapas (Messico) promuovendo, finanziando e realizzando progetti in loco insieme alle comunità indigene in resistenza. Riteniamo che lo zapatismo non possa essere automaticamente riproposto nelle nostre realtà, ma costituisca piuttosto uno stimolo a riprenderci il futuro e gestirlo con le nostre stesse mani. L’esperienza zapatista in Chiapas deve essere intesa come affermazione di un principio, come stimolo, e non come esempio da imitare pedissequamente. In questo contesto, Coordinadora vuole diventare uno strumento per la condivisione dei metodi di lavoro e delle esperienze caratterizzanti i diversi partecipanti, sia in Chiapas che nella propria realtà locale. Coordinadora può essere un esempio di coordinamento pratico delle azioni, sul nostro territorio e in Chiapas, di soggetti che mantengono una completa autonomia e libertà d’azione. Coordinadora è aperta a tutti coloro che condividono la lotta per la libertà, l’affermazione dei principi base dello zapatismo, l’autogestione nonché l’indipendenza dalle strutture di potere politico ed economico.
Intervista a cura della Coordinadora (http://coordinadora.noblogs.org) a Paolo, un compagno che vive nello stato messicano del Chiapas da molti anni, si è laureato in medicina a Tuxla Gutierrez (capitale amministrativa del Chiapas) e lavora in uno sperduto avamposto medico nella Selva Lacandona con le basi d'appoggio zapatiste (di etnie indigene Maya) che vivono nel Municipio Autonomo San Manuel in piccoli insediamenti rurali sparsi nella foresta. Medico italiano da molti anni in Chiapas, Paolo risponde a domande sulla situazione attuale e sugli sviluppi futuri con particolare riferimento al sistema sanitario autonomo zapatista. Per qualsiasi ulteriore informazione e per supportare concretamente il progetto clinica zapatista della Coordinadora scrivere a coordinadora@inventati.org. La Coordinadora è un luogo d’incontro libertario di individualità e di gruppi autonomi con un radicamento territoriale locale che presentano le proprie esperienze di autogestione e di solidarietà in Italia e all’estero. Molti dei partecipanti hanno appoggiato e appoggiano la lotta per la costruzione dell’autonomia zapatista in Chiapas (Messico) promuovendo, finanziando e realizzando progetti in loco insieme alle comunità indigene in resistenza. Riteniamo che lo zapatismo non possa essere automaticamente riproposto nelle nostre realtà, ma costituisca piuttosto uno stimolo a riprenderci il futuro e gestirlo con le nostre stesse mani. L’esperienza zapatista in Chiapas deve essere intesa come affermazione di un principio, come stimolo, e non come esempio da imitare pedissequamente. In questo contesto, Coordinadora vuole diventare uno strumento per la condivisione dei metodi di lavoro e delle esperienze caratterizzanti i diversi partecipanti, sia in Chiapas che nella propria realtà locale. Coordinadora può essere un esempio di coordinamento pratico delle azioni, sul nostro territorio e in Chiapas, di soggetti che mantengono una completa autonomia e libertà d’azione. Coordinadora è aperta a tutti coloro che condividono la lotta per la libertà, l’affermazione dei principi base dello zapatismo, l’autogestione nonché l’indipendenza dalle strutture di potere politico ed economico.
Intervista a cura della Coordinadora (http://coordinadora.noblogs.org) a Paolo, un compagno che vive nello stato messicano del Chiapas da molti anni, si è laureato in medicina a Tuxla Gutierrez (capitale amministrativa del Chiapas) e lavora in uno sperduto avamposto medico nella Selva Lacandona con le basi d'appoggio zapatiste (di etnie indigene Maya) che vivono nel Municipio Autonomo San Manuel in piccoli insediamenti rurali sparsi nella foresta. Medico italiano da molti anni in Chiapas, Paolo risponde a domande sulla situazione attuale e sugli sviluppi futuri con particolare riferimento al sistema sanitario autonomo zapatista. Per qualsiasi ulteriore informazione e per supportare concretamente il progetto clinica zapatista della Coordinadora scrivere a coordinadora@inventati.org. La Coordinadora è un luogo d’incontro libertario di individualità e di gruppi autonomi con un radicamento territoriale locale che presentano le proprie esperienze di autogestione e di solidarietà in Italia e all’estero. Molti dei partecipanti hanno appoggiato e appoggiano la lotta per la costruzione dell’autonomia zapatista in Chiapas (Messico) promuovendo, finanziando e realizzando progetti in loco insieme alle comunità indigene in resistenza. Riteniamo che lo zapatismo non possa essere automaticamente riproposto nelle nostre realtà, ma costituisca piuttosto uno stimolo a riprenderci il futuro e gestirlo con le nostre stesse mani. L’esperienza zapatista in Chiapas deve essere intesa come affermazione di un principio, come stimolo, e non come esempio da imitare pedissequamente. In questo contesto, Coordinadora vuole diventare uno strumento per la condivisione dei metodi di lavoro e delle esperienze caratterizzanti i diversi partecipanti, sia in Chiapas che nella propria realtà locale. Coordinadora può essere un esempio di coordinamento pratico delle azioni, sul nostro territorio e in Chiapas, di soggetti che mantengono una completa autonomia e libertà d’azione. Coordinadora è aperta a tutti coloro che condividono la lotta per la libertà, l’affermazione dei principi base dello zapatismo, l’autogestione nonché l’indipendenza dalle strutture di potere politico ed economico.
Intervista a cura della Coordinadora (http://coordinadora.noblogs.org) a Paolo, un compagno che vive nello stato messicano del Chiapas da molti anni, si è laureato in medicina a Tuxla Gutierrez (capitale amministrativa del Chiapas) e lavora in uno sperduto avamposto medico nella Selva Lacandona con le basi d'appoggio zapatiste (di etnie indigene Maya) che vivono nel Municipio Autonomo San Manuel in piccoli insediamenti rurali sparsi nella foresta. Medico italiano da molti anni in Chiapas, Paolo risponde a domande sulla situazione attuale e sugli sviluppi futuri con particolare riferimento al sistema sanitario autonomo zapatista. Per qualsiasi ulteriore informazione e per supportare concretamente il progetto clinica zapatista della Coordinadora scrivere a coordinadora@inventati.org. La Coordinadora è un luogo d’incontro libertario di individualità e di gruppi autonomi con un radicamento territoriale locale che presentano le proprie esperienze di autogestione e di solidarietà in Italia e all’estero. Molti dei partecipanti hanno appoggiato e appoggiano la lotta per la costruzione dell’autonomia zapatista in Chiapas (Messico) promuovendo, finanziando e realizzando progetti in loco insieme alle comunità indigene in resistenza. Riteniamo che lo zapatismo non possa essere automaticamente riproposto nelle nostre realtà, ma costituisca piuttosto uno stimolo a riprenderci il futuro e gestirlo con le nostre stesse mani. L’esperienza zapatista in Chiapas deve essere intesa come affermazione di un principio, come stimolo, e non come esempio da imitare pedissequamente. In questo contesto, Coordinadora vuole diventare uno strumento per la condivisione dei metodi di lavoro e delle esperienze caratterizzanti i diversi partecipanti, sia in Chiapas che nella propria realtà locale. Coordinadora può essere un esempio di coordinamento pratico delle azioni, sul nostro territorio e in Chiapas, di soggetti che mantengono una completa autonomia e libertà d’azione. Coordinadora è aperta a tutti coloro che condividono la lotta per la libertà, l’affermazione dei principi base dello zapatismo, l’autogestione nonché l’indipendenza dalle strutture di potere politico ed economico.
Marabbo dell'archivio popolare Antonio Rubbi di Medicina cerca di ricostruire una questione da troppo tempo sottociuta, ovvero come gli anarchici hanno partecipato alla lotta di liberazione contro le forze nazi-fascista
“Bologna è una città in crisi. Una crisi istituzionale, ma sopratutto una crisi politica le cui origini vanno rintracciate indietro nel tempo. Come affrontarla evitando la lamentazione fine a se stessa, la mitizzazione del passato, la protesta di stampo demagogico e populista, la rassegnazione a un degrado culturale che sembra inarrestabile? Abbiamo riunito in questo volume voci che appartengono a culture, generazioni e professioni diverse, accomunate dalla volontà di non rimanere alla superficie dei problemi affrontati, di evitare luoghi comuni, di porre domande scomode e cercare risposte accomodanti. L’obiettivo è quello di stimolare un dibattito vero in una città smarrita, ma che non vuole rinunciare alla propria cultura civile. Una città che non trova luoghi e occasioni per interrogare se stessa ed elaborare progetti per il futuro, e rimanere inascoltata da un ceto politico prigioniero della propria autoreferenzialità”.
Un libro per comprendere la crisi di Bologna e stimolare un dibattito reale al di fuori del circuito autoreferenziale della politica, in evidente crisi di legittimazione.
“Bologna è una città in crisi. Una crisi istituzionale, ma sopratutto una crisi politica le cui origini vanno rintracciate indietro nel tempo. Come affrontarla evitando la lamentazione fine a se stessa, la mitizzazione del passato, la protesta di stampo demagogico e populista, la rassegnazione a un degrado culturale che sembra inarrestabile? Abbiamo riunito in questo volume voci che appartengono a culture, generazioni e professioni diverse, accomunate dalla volontà di non rimanere alla superficie dei problemi affrontati, di evitare luoghi comuni, di porre domande scomode e cercare risposte accomodanti. L’obiettivo è quello di stimolare un dibattito vero in una città smarrita, ma che non vuole rinunciare alla propria cultura civile. Una città che non trova luoghi e occasioni per interrogare se stessa ed elaborare progetti per il futuro, e rimanere inascoltata da un ceto politico prigioniero della propria autoreferenzialità”.
Un libro per comprendere la crisi di Bologna e stimolare un dibattito reale al di fuori del circuito autoreferenziale della politica, in evidente crisi di legittimazione.
“Bologna è una città in crisi. Una crisi istituzionale, ma sopratutto una crisi politica le cui origini vanno rintracciate indietro nel tempo. Come affrontarla evitando la lamentazione fine a se stessa, la mitizzazione del passato, la protesta di stampo demagogico e populista, la rassegnazione a un degrado culturale che sembra inarrestabile? Abbiamo riunito in questo volume voci che appartengono a culture, generazioni e professioni diverse, accomunate dalla volontà di non rimanere alla superficie dei problemi affrontati, di evitare luoghi comuni, di porre domande scomode e cercare risposte accomodanti. L’obiettivo è quello di stimolare un dibattito vero in una città smarrita, ma che non vuole rinunciare alla propria cultura civile. Una città che non trova luoghi e occasioni per interrogare se stessa ed elaborare progetti per il futuro, e rimanere inascoltata da un ceto politico prigioniero della propria autoreferenzialità”.
Un libro per comprendere la crisi di Bologna e stimolare un dibattito reale al di fuori del circuito autoreferenziale della politica, in evidente crisi di legittimazione.
“Bologna è una città in crisi. Una crisi istituzionale, ma sopratutto una crisi politica le cui origini vanno rintracciate indietro nel tempo. Come affrontarla evitando la lamentazione fine a se stessa, la mitizzazione del passato, la protesta di stampo demagogico e populista, la rassegnazione a un degrado culturale che sembra inarrestabile? Abbiamo riunito in questo volume voci che appartengono a culture, generazioni e professioni diverse, accomunate dalla volontà di non rimanere alla superficie dei problemi affrontati, di evitare luoghi comuni, di porre domande scomode e cercare risposte accomodanti. L’obiettivo è quello di stimolare un dibattito vero in una città smarrita, ma che non vuole rinunciare alla propria cultura civile. Una città che non trova luoghi e occasioni per interrogare se stessa ed elaborare progetti per il futuro, e rimanere inascoltata da un ceto politico prigioniero della propria autoreferenzialità”.
Un libro per comprendere la crisi di Bologna e stimolare un dibattito reale al di fuori del circuito autoreferenziale della politica, in evidente crisi di legittimazione.
“Bologna è una città in crisi. Una crisi istituzionale, ma sopratutto una crisi politica le cui origini vanno rintracciate indietro nel tempo. Come affrontarla evitando la lamentazione fine a se stessa, la mitizzazione del passato, la protesta di stampo demagogico e populista, la rassegnazione a un degrado culturale che sembra inarrestabile? Abbiamo riunito in questo volume voci che appartengono a culture, generazioni e professioni diverse, accomunate dalla volontà di non rimanere alla superficie dei problemi affrontati, di evitare luoghi comuni, di porre domande scomode e cercare risposte accomodanti. L’obiettivo è quello di stimolare un dibattito vero in una città smarrita, ma che non vuole rinunciare alla propria cultura civile. Una città che non trova luoghi e occasioni per interrogare se stessa ed elaborare progetti per il futuro, e rimanere inascoltata da un ceto politico prigioniero della propria autoreferenzialità”.
Un libro per comprendere la crisi di Bologna e stimolare un dibattito reale al di fuori del circuito autoreferenziale della politica, in evidente crisi di legittimazione.
“Bologna è una città in crisi. Una crisi istituzionale, ma sopratutto una crisi politica le cui origini vanno rintracciate indietro nel tempo. Come affrontarla evitando la lamentazione fine a se stessa, la mitizzazione del passato, la protesta di stampo demagogico e populista, la rassegnazione a un degrado culturale che sembra inarrestabile? Abbiamo riunito in questo volume voci che appartengono a culture, generazioni e professioni diverse, accomunate dalla volontà di non rimanere alla superficie dei problemi affrontati, di evitare luoghi comuni, di porre domande scomode e cercare risposte accomodanti. L’obiettivo è quello di stimolare un dibattito vero in una città smarrita, ma che non vuole rinunciare alla propria cultura civile. Una città che non trova luoghi e occasioni per interrogare se stessa ed elaborare progetti per il futuro, e rimanere inascoltata da un ceto politico prigioniero della propria autoreferenzialità”.
Un libro per comprendere la crisi di Bologna e stimolare un dibattito reale al di fuori del circuito autoreferenziale della politica, in evidente crisi di legittimazione.
“Bologna è una città in crisi. Una crisi istituzionale, ma sopratutto una crisi politica le cui origini vanno rintracciate indietro nel tempo. Come affrontarla evitando la lamentazione fine a se stessa, la mitizzazione del passato, la protesta di stampo demagogico e populista, la rassegnazione a un degrado culturale che sembra inarrestabile? Abbiamo riunito in questo volume voci che appartengono a culture, generazioni e professioni diverse, accomunate dalla volontà di non rimanere alla superficie dei problemi affrontati, di evitare luoghi comuni, di porre domande scomode e cercare risposte accomodanti. L’obiettivo è quello di stimolare un dibattito vero in una città smarrita, ma che non vuole rinunciare alla propria cultura civile. Una città che non trova luoghi e occasioni per interrogare se stessa ed elaborare progetti per il futuro, e rimanere inascoltata da un ceto politico prigioniero della propria autoreferenzialità”.
Un libro per comprendere la crisi di Bologna e stimolare un dibattito reale al di fuori del circuito autoreferenziale della politica, in evidente crisi di legittimazione.
LIBERA è uno spazio autogestito.
Spazio sociale metropolitano al venerdì e sabato notte, comune agricola dalla domenica al giovedì. 5 anni sotto sgombero contro la costruzione di un autodromo e umilmente rasa al suolo l’8 agosto 2008 sotto un caldo infernale.
Un’esperienza autogestita includente e molto partecipata, che continua.
Saranno presenti i partecipanti all’esperienza autogestita modenese di LIBERA! per raccontare le esperienze passate ed i progetti futuri.
LIbera! unidea
“L’autogestione è inarrestabile perchè si nutre di desideri, sogni, idee, progettualità di individui liberi”.
LIBERA è uno spazio autogestito.
Spazio sociale metropolitano al venerdì e sabato notte, comune agricola dalla domenica al giovedì. 5 anni sotto sgombero contro la costruzione di un autodromo e umilmente rasa al suolo l’8 agosto 2008 sotto un caldo infernale.
Un’esperienza autogestita includente e molto partecipata, che continua.
Saranno presenti i partecipanti all’esperienza autogestita modenese di LIBERA! per raccontare le esperienze passate ed i progetti futuri.
LIbera! unidea
“L’autogestione è inarrestabile perchè si nutre di desideri, sogni, idee, progettualità di individui liberi”.
LIBERA è uno spazio autogestito.
Spazio sociale metropolitano al venerdì e sabato notte, comune agricola dalla domenica al giovedì. 5 anni sotto sgombero contro la costruzione di un autodromo e umilmente rasa al suolo l’8 agosto 2008 sotto un caldo infernale.
Un’esperienza autogestita includente e molto partecipata, che continua.
Saranno presenti i partecipanti all’esperienza autogestita modenese di LIBERA! per raccontare le esperienze passate ed i progetti futuri.
LIbera! unidea
“L’autogestione è inarrestabile perchè si nutre di desideri, sogni, idee, progettualità di individui liberi”.
LIBERA è uno spazio autogestito.
Spazio sociale metropolitano al venerdì e sabato notte, comune agricola dalla domenica al giovedì. 5 anni sotto sgombero contro la costruzione di un autodromo e umilmente rasa al suolo l’8 agosto 2008 sotto un caldo infernale.
Un’esperienza autogestita includente e molto partecipata, che continua.
Saranno presenti i partecipanti all’esperienza autogestita modenese di LIBERA! per raccontare le esperienze passate ed i progetti futuri.
LIbera! unidea
“L’autogestione è inarrestabile perchè si nutre di desideri, sogni, idee, progettualità di individui liberi”.
LIBERA è uno spazio autogestito.
Spazio sociale metropolitano al venerdì e sabato notte, comune agricola dalla domenica al giovedì. 5 anni sotto sgombero contro la costruzione di un autodromo e umilmente rasa al suolo l’8 agosto 2008 sotto un caldo infernale.
Un’esperienza autogestita includente e molto partecipata, che continua.
Saranno presenti i partecipanti all’esperienza autogestita modenese di LIBERA! per raccontare le esperienze passate ed i progetti futuri.
LIbera! unidea
“L’autogestione è inarrestabile perchè si nutre di desideri, sogni, idee, progettualità di individui liberi”.
Per darvi una idea, 3 estratti mixati della prima parte dello spettacolo: Salud, monologo teatrale sull'esperienza anarchica della Spagna nel'36. Grande viaggio nei sogni di quegli anni.
Il modello Open-source ha cominciato a diffondersi sempre di piu' anche nell'industria dell'automazione e nel relativo settore della ricerca. Durante il seminario si presenteranno i framework “ROS” [1] e “OROCOS” [2] utilizzati per la condivisione degli strumenti per la manipolazione di robot fissi e mobili. Ci sono ormai robot economici come il “Rovio” [3] o il drone “Parrot” [4] alla portata di tutte le tasche che grazie al costo contenuto permettono di esplorare nuove frontiere dell'hacking. [1] www.ros.org [2] www.orocos.org [3] http://www.wowwee.com/en/products/tech/telepresence/rovio/rovio [4] http://www.parrot.com/usa/